
Pietro Alessandro Guglielmi
(1728-1804)
L'esponente più importante di una famiglia di musicisti di Massa, Pietro Alessandro, si distinse tra i suoi contemporanei come uno dei maggiori operisti della Scuola Napoletana della seconda metà del 1700. Il suo successo fu legato in modo particolare all'opera buffa che egli, con Paisiello e Cimarosa, portò ad un elevato livello artistico ponendo così le basi per l'avvento di Rossini.
Il padre di Guglielmi, Marc'Antonio, ma conosciuto come Jacopo, era Maestro di Cappella e Direttore del teatro presso la corte d'Alderano Cybo Malaspina, Duca di Massa e suo fratello, Domenico (di 15 anni più anziano), era uno stimato compositore.
Pietro Alessandro iniziò lo studio della musica, come molti suoi contemporanei, nell'intimità delle mura domestiche: il padre gli insegnò a suonare la viola ed il fagotto mentre il fratello lo introdusse alla studio del contrappunto. A 14 anni il ragazzo era già in grado di contribuire all'economia familiare suonando nell'orchestra di corte. La carriera musicale del giovane Guglielmi si sarebbe probabilmente svolta entro gli stretti confini del piccolo Ducato, se non fosse che un evento di corte mise alla luce la sua versatilità musicale: fu infatti rappresentata una sua "farsa" che, accolta con molto successo, fece vedere in lui non tanto l'esecutore, ma un giovane e promettente compositore d'opera. Il passo successivo vide Pietro Alessandro allievo, a Lucca, di Giacomo Puccini senior e quindi di Francesco Durante presso il Conservatorio di Santa Maria in Loreto a Napoli
Nel 1754, a 26 anni, egli completò gli studi e nel 1757 fece l'esordio come operista nel Teatro dei Fiorentini a Napoli con il grande successo de "Lo solachianello 'mbroglione". Durante la sua carriera nacquero 135 opere (delle quali 35 serie e 65 buffe) ed immediato fu il successo in Italia ed in Europa. Nel 1763 lo vediamo a Roma e poi a Firenze, Torino, Padova, Venezia e quindi a Dresda. In questo periodo molte sue opere, prevalentemente serie, sono rappresentate ad Esterhaza da Joseph Haydn, a conferma della stima di cui godeva ormai il compositore in tutta Europa. Nel 1767 iniziò la stagione londinese che terminerà cinque anni dopo con il rientro del compositore a Napoli: al periodo londinese appartiene la maggior parte della musica strumentale di Guglielmi, tra cui l'Op.1.
Sino al 1784 Guglielmi fu l'indiscusso caposcuola dell'Opera Napoletana, ma al rientro di Paisiello dalla Russia, dovette fare i conti con l'agguerrita rivalità del più giovane collega, la cui inimicizia sfociò spesso nell'aperto odio. La scelta di abbandonare il difficile mondo dell'opera per dedicarsi alla composizione di musica sacra per la Cappella Giulia in Vaticano, segnò probabilmente il declino artistico del compositore che visse gli ultimi anni della sua vita (dal 1793 al 1804) in un dorato esilio volontario, al di fuori del mondo dell'opera, tanto dinamico e vitale quanto crudele e spietato.