Lanciato verso il successo
Intanto faceva rappresentare con discreto successo a Venezia, nel 1810, La cambiale di matrimonio, a Bologna L'equivoco stravagante (1811), cui seguono subito L'inganno felice, Ciro in Babilonia (Ferrara 1812), sua prima opera seria, La scala di seta, La pietra del paragone (Milano La Scala, 1812), il cui successo gli vale l'esenzione dal servizio militare e, infine, L'occasione fa il ladro.
Dal 1812 al '15 lavora alternativamente per Venezia e Milano, producendo contemporaneamente opere serie e buffe, variamente fortunate (Il signor Bruschino, Tancredi, L'italiana in Algeri, Aureliano in Palmira, Il turco in Italia) e la cantata Egle ed Irena (Milano 1814). Tancredi, ma soprattutto il successo trionfale dell'Italiana in Algeri, lo consacrano compositore alla moda, e la critica - con Stendhal in prima fila - ne riconosce lo straordinario ingegno. Lascia Venezia col Sigismondo e accetta l'invito a Napoli dell'impresario Domenico Barbaja. Quello che si suole chiamare il periodo napoletano-romano, ma durante il quale in realtà Rossini fu presente si può dire su tutte le scene italiane con la sua fecondità e rapidità di creazione che divenne addirittura leggendaria, dura fino al 1823.
Lavoro febbrile e una serie di capolavori
A Napoli esordisce con Elisabetta regina d'Inghilterra (1815), interpretata da Isabella Colbran, una cantante di origine spagnola che sposerà nel 1822. Per Roma scrive invece Torvaldo e Dorliska, che cade nel 1815, e in non più d'una ventina di giorni Il barbiere di Siviglia (1816), il cui insuccesso della prima rappresentazione costituisce uno dei più celebri "fiaschi" delle scene teatrali. Tuttavia l'opera, nelle sere successive, riscosse consensi sempre maggiori sino al trionfo delle ultime riprese.
Sono ancora di questi anni, fra le altre opere, Otello (Napoli 1816), La Cenerentola (Roma 1817), La gazza ladra (Milano 1817), Mosé in Egitto (Napoli, 1818), La donna del lago (Napoli, 1819) Bianca e Falliero (Milano 1819). La Zelmira, messa in scena a Napoli nel 1822, era già stata scritta con l'intenzione di farla eseguire a Vienna, dove il Barbaja voleva portare la sua compagnia. E, dopo il matrimonio con la Colbran (Bologna 16 marzo 1822), i coniugi Rossini partono per Vienna, dove il Maestro dirige Cenerentola e Zelmira e si reca a far visita a Beethoven, il quale loda calorosamente il Barbiere.
Rossini europeo
Colpito dallo stato d'indigenza in cui versava l'autore dell'Eroica, Rossini si fa anche promotore di una sottoscrizione che però non ebbe seguito. Rientrato a Bologna nel dicembre 1822, riceve da Metternich un invito a Verona per il Congresso delle Nazioni, dove presenta quattro cantate. Poi con Semiramide, data a Venezia con esito non entusiasmante, conclude nel 1823 il periodo italiano. Nel dicembre di quello stesso anno, accogliendo l'invito dell'impresario del King's Theatre, giunge a Londra, dove dirige Zelmira e la cantata Il pianto delle muse per la morte di Lord Byron. Accolto affabilmente dalla nobiltà britannica, ricava anche lauti guadagni grazie a numerosi concerti. Alla fine del 1824 accetta la direzione del Thébtre Italien di Parigi e in breve tempo diviene la personalità di maggior rilievo nella vita musicale parigina.
Mette in scena sue opere precedenti, oltre a due rifacimenti (Le Siège de Corinthe, 1826 e Moose, 1827) e compone le sue ultime tre opere: Il viaggio a Reims (1825), Le Comte Ory (1828) e Guillaume Tell (1829).
D'improvviso, il silenzio
Intanto era stato nominato primo compositore del re e ispettore generale del canto in Francia, cariche che manterrà fino alla Rivoluzione di luglio. Ma con Guglielmo Tell, a soli trentasette anni, aveva abbandonato definitivamente il teatro e anche il suo ritmo creativo andrà diminuendo fin quasi al silenzio totale, per un fenomeno che invano gli studiosi hanno cercato di giustificare. Nel '32 compone la prima parte dello Stabat Mater (che terminerà nel '42 e che Donizetti dirigerà a Bologna), nel '35 pubblica le Soirées musicales. Ritorna in Italia nel '36 e, dopo la separazione legale dalla Colbran, accetta nel '39 la consulenza perpetua del Liceo musicale di Bologna, che riorganizza completamente. Ma i disordini politici del '48 lo inducono a lasciare prima Bologna (dove era stato fatto segno a grida avverse) per Firenze e poi l'Italia per la Francia, insieme alla seconda moglie, Olimpie Pélissier (la Colbran era morta nel '45).
Ma il silenzio è solo apparente...
Si stabilisce definitivamente a Parigi nel maggio del 1855 e la sua villa di Passy diventa il fulcro della vita artistica parigina. Là, onorato e corteggiato, invecchia serenamente, componendo a intervalli quando l'ispirazione lo riprende. Di questi anni sono Le Chant de Titans (1859), la Petite Messe solennelle (1863), l'Hymne à Napoléon III (1867), varia musica da camera tra cui i Péchés de vieillesse. La morte viene improvvisa. Dopo i funerali solenni al Père Lachaise, la salma fu trasportata in S. Croce di Firenze nel 1887. Giuseppe Verdi stesso si fece promotore della Messa per Rossini.